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Antichi indovinelli napoletani

 Antichi-20indovinelli-20napoletani-201_smallA cura di Raffaele Aragona, prefazione di Giuliano Longone e Stelio M. Martini ; Tommaso Marotta Editore Napoli, 1991.

“Indovinare” significa rispondere ad un quesito, pratica antica quanto il mondo, e per “indovino” s’intende chi ha la facoltà di entrare nel futuro e di ritornarne con una risposta. Non è un caso che gli oracoli (o le città oracolari) erano così diffusi nel mondo classico, ma non è necessario andare troppo lontano, ci si può fermare all’Iliade e all’Odissea di omerica memoria.
Da questo sottofondo vengono fuori gli indovinelli di cui ogni cultura è ricca e gli etnologi hanno passato buona parte del loro tempo a reperirli scavando nelle abitudini e nei costumi popolari. La raccolta, quindi, non è l’unica del genere e neanche la più esaustiva né può pensarsi che si possa avere la pretesa di circoscrivere l’indovinello antico o recente in un libro.
Infiniti sono i quesiti che vengono proposti e le soluzioni sono celate nella forma della domanda, ma la domanda è ciò che di antico e sacro permane nell’eterno gioco dell’indovinare e la soluzione è sempre in contrasto con la forma.
Da questi antichi indovinelli napoletani si ricava l’impressione che tra quesito e soluzione ci sia sempre finzione scherzosa e che un’ironica ruota di infinite possibilità, come nella roulette, dia inizio al gioco.

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